AVVENTO DI FRATERNITÀ 2017- La stella li guidò con la sua luce
Lettera Avvento di Caritas Benevento e sussidio Avvento 2017. E’ possibile ritirare gratuitamente, alla libreria Giovanni Paolo II in Piazza Orsini, la copia cartacea del libretto Avvento 2017 per la parrocchia.
Ai Rev.mi
Parroci e Sacerdoti, Religiosi
Alle Rev.me Religiose
dell’Arcidiocesi di
BENEVENTO
AVVENTO DI FRATERNITÀ 2017
La stella li guidò con la sua luce
“Ora Egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché, lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo Regno”. (Prefazio di Avvento)
Il periodo dell’Avvento ci conduce, nell’attesa, all’incontro con il Nostro Salvatore Gesù Cristo, Luce delle genti. È un camminare insieme che compiamo come Comunità Ecclesiale, facendoci compagni di viaggio di uomini e donne di buona volontà, dando un’attenzione privilegiata a quanti nelle nostre comunità e nella nostra società vivono ai margini, in quelle periferie esistenziali, fragili, vulnerabili e impoveriti.
Il percorso pastorale tracciato del nostro Arcivescovo ci propone e ci invita a vivere in questo tempo di Avvento-Natale il ministero dell’accoglienza avendo come Icona del nostro cammino il personaggio evangelico di Zaccheo.
La prima forma di carità risiede nella capacità di accoglierci reciprocamente nella verità delle nostre relazioni. Dobbiamo educarci ed educare ad uno stile di vita che faccia crescere l’intera comunità in cui viviamo, in ciascuna delle sue articolazioni (Sacerdoti, Operatori Pastorali, famiglie, giovani, ragazzi, bambini etc..), ad una cultura del rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, dell’incontro come relazione, del dono come gratuità. Siamo chiamati a convertire le nostre menti e cambiare il nostro mudus vivendi et operandi, ad aprire i nostri cuori per accogliere, come la Vergine Maria, lo Spirito Santo, diventando così generatori di Comunità non “per” i poveri, bensì chiamati ad assumere nella sostanza il volto di una Chiesa che sceglie di stare con i poveri e che da essi si lasci interpellare e provocare, Comunità che accolga e non escluda nessuno.
Possiamo e dobbiamo “globalizzare la carità” (Papa Francesco) a dispetto di ogni logica di diffidenza e di scontro, di divisione ed egoismo, di profitto e guadagno. Sono davanti ai nostri occhi situazioni di fragilità che invocano una prossimità e una vicinanza a tutto campo, dai singoli alle famiglie.
La mancanza di lavoro, soprattutto giovanile, è ormai un male cronico per il Sud e ancora più grave per aeree interne della nostra Regione. Tanti giovani, formati nelle nostre scuole e nelle nostre parrocchie, sono costretti ad emigrare in altre città e in altre Nazioni alla ricerca di un’occupazione, depauperando i nostri territori che, in una prospettiva demografica a medio termine, saranno ormai scomparsi.
Il problema della casa per molti è tristemente reale e doloroso. Questo riguarda sia gli italiani che gli stranieri che vivono nella città di Benevento, ma soprattutto nelle periferie delle metropoli rendendole luoghi di degrado e violenza, serbatoio dove la criminalità organizzata o cellule terroristiche trovano terreno fertile per la ricerca di manovalanza per traffici illeciti o adepti per atti terroristici.
Accanto alle vecchie dipendenze, alcool, droga, si sono aggiunte delle nuove, gioco d’azzardo, dipendenza da internet e/o da smartphone, che stanno provocando non pochi problemi a famiglie, anziani, giovani e ragazzi, aumentando il numero di persone che ricorrono ad usurai, o si tolgono la vita, il dono più prezioso che Dio ci ha donato, e sempre più frequentemente si rivolgono a strutture specialistiche per la cura della salute mentale.
Altra urgenza che sta aumentando sui nostri territori è la violenza sulle donne e la prostituzione di giovanissime donne e sempre più spesso minorenni.
Tra le diverse iniziative proposte a livello parrocchiale nel tempo di Avvento
la 3ª domenica di Avvento (17 dicembre 2017)
ci sia una Colletta per «LA CASA DI ESTHER» a favore delle Donne Vittime della Tratta e della Violenza
Di che si tratta?
La Caritas diocesana di Benevento intende proseguire l’opera di accoglienza avviata tre anni fa attraverso il Dormitorio “S. Vincenzo de Paoli”. Avendo a cuore lo sviluppo integrale dell’uomo la Caritas diocesana in collaborazione con Caritas Italiana ha avviato presso la cittadella “Evangelii Gaudium”, in collaborazione con la Fondazione BNL, un progetto di servizio di accoglienza abitativa e di sostegno personale per donne sole o madri, vittime di violenza fisica o psicologica, obbligate alla prostituzione, che vengono a trovarsi in una condizione di precarietà economica, relazionale, spirituale e morale. Dal report statistico dell’affluenza al nostro dormitorio, emerge che quasi la metà delle ospiti italiane vivono una condizione di fragilità coniugale, mentre sempre più numerose sono le donne immigrate che, con la speranza di una vita migliore, lasciano le loro nazioni e finiscono nelle maglie della criminalità organizzata che le costringe poi alla prostituzione. Questo dato tende purtroppo a crescere.
Le donne italiane vittime di violenza, vivono in prima persona una serie di malesseri e di tensioni dovute a conflitti interpersonali endofamiliari, che spesso sfociano in percorsi di solitudine e di precarietà non solo economica, che le rende bisognose di realizzare nuovi percorsi di speranza a livello personale e relazionale, soprattutto con i propri figli. Le donne vittime dello sfruttamento della prostituzione, vivono invece una vera e propria forma di schiavitù, a volte talmente forte che diventa difficile far recuperare loro la dignità.
Dall’analisi delle due diverse forme di violenza che subiscono le donne che a noi si rivolgono, emerge, in modo evidente, l’impossibilità per molte donne separate di far fronte al costo della vita e al potersi permettere di pagare un canone di locazione per un’unità immobiliare autonoma. Non sapere dove vivere con certezza porta di conseguenza a dover affrontare altri tipi di problematiche, come l’incapacità a gestire in modo continuativo e sereno le relazioni con i figli, di mantenere un giusto equilibrio con altri tipi di relazioni, come quelle parentali ed amicali, l’incapacità di trovare la giusta tranquillità e concentrazione per continuare ad impegnarsi nel proprio lavoro, lì dove non fosse venuto meno, e la paura addirittura di poter perdere la vita.
Per le donne vittime della Tratta, oltre alle problematiche sopra descritte di tipo economico relazionale, si tratta di ricostruire veri percorsi di riabilitazione psicologica personale, al fine di ricostruire la dignità e talvolta metterne in sicurezza la vita per evitare tragiche esperienze come quella di Esther vissuta nel 2016: donna nigeriana trovata morta ammazzata nei pressi della stazione centrale della nostra città, di cui ancora non si riescono ad assicurare alla giustizia né l’esecutore materiale né i mandanti.
A chi si rivolge il progetto?
• Alle donne che denunciano violenze fisiche o psicologiche che non vivono una condizione abitativa dignitosa per sé stesse e idonea all’incontro con i loro figli;
• alle donne vittime della Tratta, che vogliono liberarsi dalla schiavitù della prostituzione e iniziare percorsi di riscatto personale;
• a realtà pubbliche e private che cerchino una struttura da utilizzare come “spazio sicuro” per garantire l’incolumità fisica delle donne vittime di violenza o tratta;
• ad enti pubblici e privati, associazioni che vogliono segnalare situazioni di donne che hanno bisogno di consulenza in materia di new addictions (nuove dipendenze da gioco d’azzardo, internet, ecc).
STRUTTURA DEL PROGETTO
All’interno della struttura opererà un’équipe formata da una mediatrice in materia di minori e famiglia, da una psicologa-psicoterapeuta, da un avvocato specializzato in diritto di famiglia e minori, da un educatore professionale. L’équipe sarà in grado di ascoltare i potenziali ospiti della struttura e creare quelle condizioni di vivibilità e serenità personale e relazionale.
L’equipe sarà disponibile ad ascoltare e accompagnare persone con difficoltà familiari anche a domicilio e potrà spostarsi lì dove verrà segnalato un bisogno di aiuto, anche attraverso un servizio di consulenza e orientamento.
La struttura potrà ospitare fino a sei persone per un periodo di 8-12 mesi, offrendo anche la possibilità di partecipare a laboratori di orientamento al lavoro (laboratorio tecnologico, artigianale e di produzione di ortaggi- orto didattico).
Sono previsti colloqui periodici e costanti per ciascun ospite, un monitoraggio della loro capacità di riabilitarsi dal punto di vista personale e di realizzare percorsi più sereni di relazione, orientati a riallacciare il rapporto con i propri figli ed eventualmente anche con l’ex coniuge.
La “Casa di Esther”, che sorgerà molto probabilmente nella comunità di Circello, è un’Opera-Segno che vuole gettare un seme di speranza per quelle donne che si sentono ferite da esperienze affettive ed familiari fallimentari o vittime del mercato del sesso.
Questo progetto, rivolto non solo alle donne, avrà bisogno di essere collaudato nel tempo anche attraverso i contatti con le esperienze già avviate sul territorio italiano. È importante che si crei, da subito, una rete di collaborazione tra parrocchie, associazioni, enti e privati in grado di interagire non solo nella segnalazione dei bisogni, ma soprattutto nella collaborazione e nell’ottica di una sinergica presenza sul territorio di tutta la diocesi.
Tale opera si pone come ulteriore attenzione della Chiesa Beneventana, alle famiglie e alle famiglie ferite, per cui tra le principali collaborazioni è prevista quella con gli Uffici per la pastorale familiare, del malato e quella carceraria della diocesi.
Sembra importante affiancare l’opera dell’equipe con la presenza di volontari provenienti dalle parrocchie. In particolare, la presenza dei referenti Caritas parrocchiali di tutta la diocesi potrà rappresentare un segno concreto di vicinanza a questa nuova realtà caritativa.
Mi permetto di suggerire che quanto raccolto in tale domenica in tutte le parrocchie, chiese, santuari, rettorie, ecc. venga interamente destinato a tale finalità.
Questo segno di comunione ecclesiale, può e deve spronarci a vivere profondamente l’Avvento affinché l’impegno di tutti diverrà luce nel cuore di tanti.
Restiamo a disposizione per ogni eventualità e auguriamo a tutti voi un fecondo tempo di Avvento.
Un fraterno saluto e un BUON NATALE !!!
don Nicola De Blasio
e l’équipe della Caritas diocesana
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