Di povertà e Manifesto Comuni Welcome si è discusso al decimo incontro del laboratorio di formazione al bene comune CIVES
Venerdì pomeriggio al Centro di Cultura “Raffaele Calabrìa”, in Piazza Orsini, si è tenutoil decimo incontro dell’undicesima edizione di “CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune”, tema: La vulnerabilità sociale e la povertà nelle nostre comunità. Sono intervenuti: Don Nicola De Blasio, Direttore Caritas Benevento e Gabriella Debora Giorgione, responsabile Stampa e Comunicazione Caritas.
Ad introdurre il decimo appuntamento di Cives è stato Ettore Rossi, Direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e per il Lavoro della Diocesi di Benevento che ha coordinato il convegno ed ha introdotto il tema: “unire povertà e vulnerabilità per capire quanto è grande il fenomeno nel nostro territorio dove in questi ultimi anni il welfare sta regrendo; i fondi per il welfare negli ultimi anni vanno pian piano riducendosi”
A relazionare sulla povertà nel Sannio è stato don Nicola De Blasio, direttore della Caritas Diocesana. Ha esordito affermando l’azione della Caritas: “azione di testimonianza della carità, della parola del Vangelo che si incarna e che sempre che si rinnova. La Caritas nasce per essere a sostegno delle persone affinchè arrivino ad assistersi da sole”. Il direttore di Caritas Benevento ha poi proseguito illlustrando i dati sulla povertà in Italia: “Secondo gli ultimi dati, nel 2017 le famiglie in povertà assoluta sono state 1 milione 619 mila, 2 milioni 734 mila in povertà relativa. A rischio quasi la metà della popolazione dei residenti delle regioni del Sud e nelle isole. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile in Italia si raggiunge il 37,8%, dati preoccupanti anche in Campania. A Benevento il tasso di disoccupazione è al 22,7%, quella giovanile raggiunge il 54%. Quest’ultimo dato è rilevante in quanto significa che questa provincia non presenta nessuna prospettiva per i giovani. Se il tasso di disoccupazione giovanile non si ridurrà alcuni piccoli paesi del Sannio rischieranno di scomparire”. Dopo aver introdotto il tema povertà in Italia, don Nicola ha illustrato i dati del Centro Ascolto. “Ai Centri Ascolto sono stati registrati 502 nuovi accessi, la maggioranza delle persone sono di nazionalità italiana, seguita da quella straniera. L’intervento più richiesto è l’ascolto, ascoltare è il primo atto di carità” – ha preguito don De Blasio – “Rilevante è l’età di chi si rivolge ai Centri d’Ascolto: sono persone dai 44-55 anni. Le difficoltà sono di natura socio-economica, di difficoltà di inserimento/reinserimento lavorativo. Sono ritornati ai Centri Ascolto 4247 persone”. Ha concluso don Nicola con ulteriori dati in aumento: “nel 2017 sono stati erogati 1851 buoni market, erogati dal Centro Ascolto Diocesano; dall’Ufficio Migrantes in Cittadella della Carità e dai Centri Ascolto delle Caritas Parrocchiali di Benevento (Santa Maria di Costantinopoli, San Modesto, Sant’Anna, Santa Maria della Verità, Sacro Cuore); Ceppaloni e San Martino Sannita. La Mensa Caritas ha elargito 59.197 pasti, di questi 49.239 da asporto e 9.958 consumati a tavola. In media, ogni giorno vengono elargiti 27 pasti a tavola e 135 da asporto.
Infine, il dormitorio “San Vincenzo dè Paoli” ha ospitato 173 persone: 35 italiani e 138 stranieri”.
La responsabile Stampa e Comunicazione Caritas, Gabriella Debora Giorgione ha presentato il Manifesto per una rete dei piccoli comuni del Welcome. Ha esordito la Giorgionre: “abbiamo studiato non solo i dati interni ma anche esterni come le fragilità, il disagio psichico, le ludopatie, l’accoglienza. La Caritas ha una funzione pedagogica. Ha visto azioni strategiche che erano positive come l’ accoglienza migranti con gli Sprar, l’accoglienza poveri, i PianiTerapeutici Riabilitativi Individualizzati. Abbiamo scoperto le soluzioni che pochi conoscono e che pochi vogliono farli conoscere”. Gabriella Giorgione ha poi proseguito “Ora si va da welfare al welcome; dobbiamo decidere se essere accoglienti o meno Non solo verso i migranti anche verso chi è accanto a noi. E’ un progetto a esclusione zero, abbiamo messo insieme diversi fenomeni. Ci siamo rivolti ai piccoli comuni e Caritas ha offerto gratuitamente il suo aiuto. La soluzione è ripartire dai piccoli comuni con piccole cose che già ci sono, come: gli Sprar, una buona accoglienza, il migrante in questo caso non viene a toglierci ma a portare; il REI; i Piani Terapeutici Riabilitativi Individualizzati, percorsi finanziati al sostegno, alla tutela e riabilitazione di persone con disagio psichico. Fino ad ora 18 ragazzi hanno incominciato un nuovo percorso; la lotta azzardo dove i comuni sono impegnati ai regolamenti”. Ha concluso Gabriella Giorgione citando due esperienze: il Consorzio Sale della Terra e la costituzione di due cooperative di comunità, azioni semplici per diventare terre per restare.
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