Si è svolto all’Orto di Casa Betania il Cashmob promosso dalla Magistratura di Benevento per Liberare la Pena

Si è svolto stamattina all’Orto di Casa Betania per il Cashmob promosso dalla Magistratura di Benevento per Liberare la Pena. Una manifestazione da una duplice, importante, valenza: promuovere l’acquisto dei prodotti a km0 dell’Orto e sostenere l’azione di recupero delle persone che hanno cominciato un percorso rieducativo alternativo alla pena con la concreta speranza di un pieno reinserimento nella vita sociale ed economica della società. Caritas Benevento da anni è impegnata nel Progetto “Liberare la Pena” che prevede una accoglienza di persone in misura alternativa e detenuti in articolo 21 nelle Opere Segno. Azione, quest’ultima, che anche il Consorzio “Sale della Terra” Onlus sta attuando, in affiancamento all’azione Caritas. Il #welcome di Caritas Benevento è rivolto anche a chi ha commesso un errore ed è pronto ad impegnarsi a creare coesione sociale attraverso il proprio lavoro. Si ritiene, pertanto, che il Cashmob sia una “iniziativa simbolo” di una società civile che decide di essere protagonista di un cambiamento sociale coraggioso. Il fatto che esso sia organizzato proprio dall’Organo preposto alla repressione del crimine, ne moltiplica il valore etico.

 

Di seguito riportiamo il Comunicato diramato dalla Dott.ssa Marilisa Rinaldi, Presidente del Tribunale di Benevento, del Dott. Aldo Policastro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Benevento.

 

La Magistratura di Benevento, proseguendo nel percorso di apertura alla realtà sociale del territorio sannita, promuove, sabato 10 febbraio 2018 alle ore 11.00, un Cashmob per l’acquisto dei prodotti dell’Orto per sostenere le attività sociali ed a km0 della Fattoria Sociale “Orto di casa Betania“, impegnata da anni in un’azione di inclusione di giovani meno fortunati nel tessuto sociale ed economico di Benevento.
La Magistratura, infatti, non è solo un organo a cui è affidata una funzione di amministrare la giustizia, reprimendo i crimini e applicando le relative sanzioni.
Essa costituisce anche una componente della società attenta ai percorsi di uscita dalle fragilità che faticosamente molte persone tentano di portare avanti. Anzi, proprio per l’effetto “rieducativo” al quale questi percorsi conducono, la Magistratura guarda ad essi come un’azione positiva umana e sociale.
La condanna penale, soprattutto per i giovani, non deve essere una sanzione che li isoli per sempre dalla società civile, ma un’occasione per cambiare abitudini, mentali e materiali, e iniziare un nuovo percorso di vita.
L’articolo 27 della Costituzione invita, infatti, ad eliminare o ridurre le probabilità che il soggetto ricada in futuro nel reato, facendo riferimento ad un concetto di “relazione” con la comunità dalla quale si era estraniato.
Tutte la parti sociali, dunque, devono assumere un impegno concreto a collaborare perché questa funzione rieducativa sia una costante certezza per chi intenda cominciare il proprio nuovo percorso di vita.
E’ necessaria una stretta collaborazione da parte nostra, con il contributo della Magistratura di Sorveglianza e dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e con Enti, come la Caritas, da anni impegnata in progetti che consentono di scontare la pena in funzione di un pieno recupero dei giovani alla vita sociale ed economica della collettività.

 

 

ALTRI ARTICOLI

Torna in alto