Intitolato ad Aylan Kurdi il parco giochi del #ComuneWelcome di Castelpoto

È stato intitolato ad Aylan Kurdi, il bambino siriano il cui piccolo cadavere sulla spiaggia è diventato simbolo di quanti muoiono in mare scappando dalle guerre, il parco giochi di recente inaugurato dal Sindaco Vito Fusco nel #ComuneWelcome di Castelpoto.
L’Arcivescovo di Benevento e Presidente di Caritas Benevento, mons. Felice Accrocca, prima della cerimonia al parco giochi ha presieduto la Santa Messa alla Chiesa parrocchiale “San Nicola di Mira”.

“Il nostro è un omaggio ai bambini – ha dichiarato in chiesa prima della fine della Messa il Sindaco Vito Fusco – perché, come diceva Dante Alighieri “tre cose ci sono rimaste del Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini”. A distanza di quasi due anni e mezzo, in Siria si continua a morire e a pagare il prezzo più alto sono spesso i più deboli, i più indifesi”.
“Con questa cerimonia sobria, essenziale e senza orpelli – ha continuato Vito Fusco -desideriamo sottolineare il sacrificio di queste creature indifese che non hanno avuto la possibilità di trascorrere ore felici in un parco giochi, di frequentare la scuola, di scartare regali in occasione dell’Epifania. Castelpoto è una comunità aperta, accogliente, sensibile e solidale, che crede nei valori cristiani, nel diritto alla vita, e ha deciso di piantare un seme”. E proprio nel segno dell’accoglienza il Comune di Castelpoto ha attivato lo Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), firmando la propria adesione al Manifesto dei #Comuni Welcome di Caritas Benevento: “Alle famiglie arrivate nel nostro Sprar – ha concluso il Sindaco Fusco – ho detto che erano le benvenute e che Castelpoto era la loro casa”.

A scoprire la targa del parco giochi intitolato ad Aylan, i bambini: da loro brevi ed emozionanti messaggi #welcome a chi arriva da lontano: “il colore della pelle è indifferente”, “c’è desiderio di condividere, di giocare insieme”. Subito dopo, la preghiera con la quale il Vescovo Accrocca ha ricordato il dramma dei migranti.
E subito, tra chi gioca sulle giostre, c’è chi si fa colorare le mani per far fiorire l’albero della vita che troneggia nel parco, rinominato “albero della pace”.

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